La terra degli inserti

Abbiamo così tanto da dire senza pensare che, troppo spesso, ci si sofferma solo per parlare e mai per ragionare sul cosa dire. Quindi, si dice a caso, tanto per fare. E per questo “fare” hanno inventato la “socializzeria” ovvero uno spaccio autorizzato, digitale, di tutti i cazzi del prossimo (inteso come somma di tutti i colui iscritti dadove chissà e dacome perchè) nel mare magnum terraereoglobacqueo del web. Cercate di immaginare il volume specifico di questo magma di  cose inutili. Un poco alla tana libera tutti! Ovvio che non sono un facinoroso bigotto che si immola sulla collina da cui scrutare la terra… solo che mi sto accorgendo, per mero esercizio personale,di quanto nel nostro paese stia mandando alla deriva i propri principi fondanti, le radici che ci hanno permesso di erigere idee, storia, valori, cultura, tradizioni, religione, arte, bellezza, grazie proprio a quanti si sono adoperati per formarlo più con i fatti che con le parole. E se le radici dovessero mai cedere del tutto non basterà riempirsi la bocca con termini del tipo “global warming”… riprendiamoci il nostro “Fà caldo”. Ed insieme all’italianità, recuperiamo la china del comando che oggi pesta i piedi alla “Memoria”, grazie anche a rappresentanti che io ritengo essere dei “Rappresenpochi”… cioè prodotto tipico del popolo dei non votanti, degli estremisti ambidestri e dei fancazzisti che da sempre ciurlano nel manico (con un misero 20% di urne), pronti a vendersi all’offerente migliore. Nel circo mediatico dell’alternanza si alternano facce, non politici… facinorosi sottodimensionati ma tenutari oggi delle redini del disfatto paese Italia. Il loro impegno pare sia più importanza ai due Ladroni che al povero Cristo, ma la politica non è il mio mestiere… sono un umile parolaio.

Fa comunque caldo, anche nel mese freddo, o freddo solo per me che sono divenuto apartitico, apolide, “apoco” di tutto. Non sapendo però come combatterlo, mi alzo dal letto ed esco sul terrazzo con la speranza di un piccolo freddo antico. La posizione concedeva una sensazione minima di benessere ma oramai un disturbo latente alla cervicale aveva preso il posto del sonno. Rientrato in sala, presi un libro dallo scrittoio nella pila “Ancora da leggere” e, subito dopo aver sbirciato una noiosa prefazione, svoltai pagina a sinistra. Ed é proprio lí che sono inciampato dentro la trama, astutamente agguattata dietro un subdolo titolo di non definito carattere, a prima occhiata un gran brutto caratteraccio. Sbucciandomi i gomiti sui puntini di sospensione, dopo aver strisciato di pancia sugli intercalari, ho trovato un avvincente emporio di lettere usate… di tutti i tipi, di tutti gli alfabeti… delle più svariate religioni ed ideologie. Lettere taglienti con precedenti, lettere senza ricevuta di ritorno… lettere mai spedite mischiate assieme a quelle mai arrivate… persino lettere dotate di una fedina penale lunga quanto lo scontrino del supermercato dopo una settimana di astinenza mentale. Mi hanno poi meravigliato alcune di loro e quello che vi ho scoperto… cioè che, alla fine di ogni ragionamento così come alla fine dei conti, su tali lettere non ci puoi proprio contare anzi, non ci si deve contare. Sui numeri si conta, sulle lettere si legge! Perché diversamente cadono in depressione e poi non le ritrovi. Fanno solo scena… Tutte “olive ed ombrellino”. D’altro canto la cultura é decaduta dopo la crisi della carta stampata, l’abolizione dell’Edicola come rivendita di notizie e non più di preghiere, come opzione alternativa al “non é mai troppo tardi “. Dopo Alberto Manzi (buonanima) la cultura italiana é stata affidata agli inserti prima dei mensili, poi dei settimanali ed infine anche dei quotidiani, via via fino a scendere negli inferi degli inserti giubilari! Poi, con l’avvento della “carta vista” si è passati al monitor del computer e, te saluto cucca… sparita tutta la carta stampata del globo terracqueo di cui sopra… si bagnava troppo. Ma proprio tutta, compresa anche quella per falsificare la carta moneta. L’euro non é piú moneta comune ma una qualsiasi opinione comune in materia di carta non moneta! La cosiddetta teoria di C. Lagarde… meglio conosciuta come “La garde e non favel “… ovvero l’euro é come l’assioma dei funghi:”se ci sono li vedi, se non ci sono non li vedi”. Resiste ancora qualche pubblicazione di pura hobbistica tipo fotografia, maglia e cucito, chef da schianto, soldatini di piombo, album dei calciatori, pugnette e francobolli, fischibotti e rapine ma poi… tante “Manga-nellate” sulle gengive per cartoon poco probabili d’altre terre o spazii, che aiutano a farci piangere ancora sulle orme neurali di qualche cammeo di cartoon intergalattici tipo “Libro della Giungla”, “La spada nella roccia”, “Bambi”, “Dumbo”, e chi più ne ha più ne metta ma più che altro se li “Tenga-stretti“! Anche questa censura sulla storia mondiale (perché non è che si tratti di una esclusiva italiana). Si narra che gli antichi onde incrementare le vendite al dettaglio della carta stampata, usassero settimanalmente fare omaggio al lettore di pagine di approfondimento culturale, anche a carattere regionale per pubblicizzare, ad esempio, il pedalino di filo di capra nera di Mamoiada filato a mano dai mamuthones oppure alla patata annurca senza semi che si mangiavano i Cervi campani nella tenuta di Ercolano, tizio molto dotato di culo!  

Ecco, quanto fatto fin qui… ho parlato a caso di cose e di minchiate che non hanno presa nella testa e dentro l’anima della gente perchè non le riconosce più come un proprio dna. Non conosce fatti, riferimenti, idiomi, della nostra civiltà… perché quasi come nel nuragico la tradizione si è persa perché non sapevano scrivere e tutto era affidato all’uso orale della trasmissione di usi e costumi. Allora ritengo importante valutare quanto peso, “apparenza” o, per farvi capire, quanti “Like 👍🏻” abbia il nostro non esser capaci a fare nulla per cercare di aiutare le persone in qualcosa, magari solo a ritrovarsi. Per questo ci sono qua io, il vostro “Tossicoignoranter” che vi aiuterà a ritrovare il cervello defenitivamente eliminato con il pacco n.3. Ora tutti quelli che si trovino sotto la propria abitazione, nei pressi della postazione citofonica con parlascolta videoattivato, potranno avvicinare il proprio dito indice sulla casella in rilievo, spesso contenente un cognome tale e quale al vostro. Caso fortuito di “omonimia buciosa”. Togliete il sigillo ed al mio via, il vostro dito dovrà spostarsi con decisione verso tale casella sino ad illuminarla, con o senza presenza di suono. Se dalla scatola traforata una voce di “fuoco amico” (imitando qualcuno da voi conosciuto) emetterà un prezioso “Khiè??”… con l’ausilio del vostro apparato fono respiratorio dovrete emettere il codice alfanumerico di due lettere (noto come “parola d’ordine”) “IO” e, se avrete eseguito tutto alla lettera il “clack” del cancello sarà la vera “controparola d’ordine” a significare che il sistema, da me architettato per farvi rientrare in possesso delle vostre capacità, avrà sortito effetto… quindi mi aspetto una valanga di “Like” in modo da poter studiare nuove strategie a portata di neurone per donare un panettone stampato in 3D a soli trenta danari dalla Fabbrica artigianale di “Proietti er cravattaro“!

Qualcuno rumoreggiando (già) sull’inutilità di questo post, che io ho creato “a-ppost”, vorrebbe insinuare un mio certo disincantato distacco dalla base sulla cui piattaforma brulicano e brucano i coacervi estratti dalle mele annurche filtrate al pedalino di cui all’inserto di prima. Pertanto se “alpost” di quest post me ne stavo in poltrona a sentirmi la messa darequiem K626, composta da W.A.Mozart, diretta da Amadeus e Ciuri dall’obitorio in vetro davanti al monolito di tale BenMuss…era molto, mamolto, più meglissimo! A “monitor” delle generazioni già generate, ricordo inoltre che la stele invita chiaramente alla PAX Deorum… No? Era solo Dux? Senza pax? Guarda guarda… nell’inserto non era scritto. Chiedo perdonanza, questa infima kermesse era solo un mio personale “Atreju” per cercare di richiamare i miei lettori d’avamposto, circa la reale ed impellente necessità di lottare “contro tutto il “Grande Nulla” che avanza e che riempie pagine, schermi e cervelli delle persone dal punto di vista morale, storico, culturale e filosofico” di questo paese malmesso (di chiara stirpe malmassonica)… ma tu non lo dì a nessuno, tiettelo pe’ te!

Hoffi nito (inita liese)👍🏻

The End (inin glese)🤙🏻

M.A.H. Ende (inte desco)👎🏻

(…perdonatemi, è il mondo che mi costringe alla fantasia!)

©blu

8 thoughts on “La terra degli inserti

  1. E’ il mondo che mai avrei pensato di vivere, quello che non mi rappresenta, di cui vorrei fare a meno e in cui non hanno bisogno di me. L’ironia è la salvezza per tutto… o quasi ma credo che di questi tempi non possa più bastare se non come attimo di “leggerezza”. Per fortuna non ho figli, dico per fortuna perchè ad un figlio auguri il meglio, un bel futuro, valori da coltivare, persone con cui parlare sul serio, che sappiano andare oltre, che ci siano nel momento del bisogno. Quel raro dono di sensibilità ed empatia che ti calamita verso l’altro, con sinceri slanci di condivisione.Questo c’era una volta… e ora non c’è più, non nel mio raggio d’azione.Ho sempre pensato di essere miope perchè inconsciamente “avevo bisogno di non mettere a fuoco, di non vedere bene”. Ci si difende come si può amico mio. Il tuo post merita perché sei un formidabile paroliere. Un caro abbraccio.

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    • Ti ringrazio della proposta per il “Nobel della Non-Scrittura”… ma, ad essere sinceri, il post merita solo perchè non è frutto di fantasia ma di para-intelligenza post demenziale!🥰😘 “Abbiate tutti il coraggio di dissentire… La dissenteria è un atto rivoluzionario

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  2. Simpaticissimo e bellissimo post che illustra a pennello la situazione tragica di noi italioti che fanno rima con idioti ovvero quelli del dito facile che qualcuno vorrebbe armare come quelle scimmiette di oltreoceano.

    Bravissimo.

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