L’inganno

Scivola sul materasso l’ombra che mi hai lasciato a baluardo di una sconfitta senza resa. Senza confini lo sconforto che mi fibrilla nelle vene e mi fa tremare gambe e vago mentre risale sino agli occhi che cercano la notte.

Sparigliano l’inganno di una stanza buia e vuota, asettico non odore, non desiderio d’essere in una solitudine che riempie d’ansia l’avverbio e muore.

Muta e sola in egoistico dissenso, a sostenere sgualcite spoglia di un essere che galleggia altrove, vuoto, inanime ed indifferente.

Gli abiti della seduzione non più abitati ed abbandonati anch’essi tra le pieghe di uno desolato ma persistente non viverti dentro.

Filtrati da piccoli spiragli di una luce che non illumina ma non sono pelle e vivono abbarbicati negli angoli più oscuri del rimpianto.

Sui margini di un letto, ancora tutto da scrivere, braccia conserte e ruvide mentre il corpo s’arrovella in una solitudine che scende dalla ragione alle dita avide, fino a sparire nella carne fuoco per spegnerlo nel proprio latte.

Sete di un’assenza che non è confine, non è limite, ma l’urlo silenzioso di uno sguardo vuoto che frusta e poi si perde prima del respiro a regalarmi l’indifferenza che ti ha spogliato d’ogni possibile presenza!

©blu